Lichen planopilare
Il Lichen plano-pilare (LPP), noto anche con il nome di Lichen plano follicolare, è considerato la variante follicolare del lichen plano.
L’esordio del quadro clinico sembra essere correlato alla presenza di un fattore antigenico ancora sconosciuto. A scatenarne l’insorgenza interverrebbero, infatti, vari fattori: genetici, ambientali, infettivi, iatrogeni vaccinazione anti HBV.
Sembra che questi stimoli inducano l’espressione di autoantigeni cheratinocitari , responsabili della attivazione lichenoide T-cell mediata e della conseguente distruzione dell’epitelio follicolare da parte dei CD8+.
Ciò è confermato dalla osservazione di un incremento del numero delle cellule del Langerhans nel tessuto epiteliale colpito, favorendo la tesi patogenetica della perdita del Privilegio Immunologico nel lichen plano pilare. La patologia è a carattere multifocale e la progressione può coinvolgere in toto il cuoio capelluto. Le forme cliniche sono diverse.
I sintomi comprendono in sequenza: intenso e talvolta incoercibile prurito, lieve dolore, bruciore e notevole sensibilità al tatto del cuoio capelluto.
I segni clinici, espressione della patologia in fase attiva, sono costituiti dalla comparsa di papule follicolari eritematose, di colorito variabile dal violaceo al brunastro e da una ipercheratosi follicolare spinulosica, seguita da desquamazione, caduta dei capelli e diradamento. I capelli ottenuti con il pull test sono in fase anagen e le guaine perdono la loro caratteristica trasparenza assumendo un colore lattescente.
E’ possibile osservare la comparsa di aree cicatriziali atrofiche e depigmentate della larghezza variabile da qualche millimetro ad alcuni centimetri, talvolta confluenti. All’interno di tali aree possono essere presenti capelli sani. La malattia attiva è localizzata in sede perifollicolare.
Il decorso della patologia non è facilmente prevedibile: in alcuni casi tende ad autolimitarsi, in altri l’andamento può essere a rapida o lenta evoluzione.
Un esordio improvviso è più frequente in coloro che presentano forme di lichen plano-pilare generalizzato o di lichen bolloso.
In considerazione dell’evoluzione clinico e del pleomorfismo dei segni tricoscopici il LPP può essere suddiviso in varie fasi. Tale condizione rientra in una vera e propria urgenza in campo dermatologico poiché la rapidità di intervento terapeutico può condizionare l’evoluzione determinando una riduzione dell’estensione dell’alopecia. Spesso il sintomo che precede anche di svariati mesi la comparsa del LPP del cuoio capelluto è il prurito generalmente variabile sia per durata che per intensità ma costante nel tempo, in questa fase prodromica può essere assente o lievemente presente l’eritema e una lieve desuqamazione che può interessare l’intero cuoio capelluto o aree circoscritte. In questa fase l’anamnesi, i sintomi e i segni tricoscopici non ci indirizzano verso una diagnosi di malattia, infatti è facile sottovalutarli instaurando una terapia sintomatologica che risulta spesso non efficace. Pertanto la conoscenza di una fase prodromica della malattia deve sempre indurci sospettare in presenza di tali sintomi un LPP la cui conferma diagnostica potrebbe avvenire solo attraverso biopsia ed esame istologico del cuoio capelluto. Quest’ultima va effettuata su un area scelta laddove è presente la sitomatologia pruriginosa nella quale andremo a ricercare tricoscopicamente l’eritema e/o la desuqmazione.
Cosa può fare il Centro?
Presso il nostro Centro nei pazienti con sospetto di alopecia cicatriziale viene effettuata una valutazione ticoscopica al fine di identificare la presenza di aree cicatriziale ed i segni tricoscopici che possano indirizzare alla diagnosi differenziale tra le diverse forme. Per ottenere una conferma verrà effettuata una biopsia tricoscopicamente guidata così da selezionare l’area che contiene il maggior numero di informazioni per la diagnosi e per stabile la fase della malattia, fondamentale per la scelta della terapia più idonea.
Il nostro approccio terapeutico comprende, in base alla fase di malattia individuata in base ai segni tricoscopici, un approccio sinergico e combinato di farmaci ad uso topico, sistemico e intralesionale, associati a terapie fisiche e a medicina rigenerativa con il duplice obbiettivo di bloccare il processo infiammatorio in atto e stimolare il metabolismo dei follicoli superstiti.
Inoltre anche nelle forme prive di attività è fondamentale un approccio terapeutico corretto volto al mantenimento dell’omeostasi follicolare e soprattutto d evitare il collasso del privilegio immunologico dei follicoli residui.