Tricoscopia
Si tratta di una metodica non invasiva di recente adozione a costi contenuti e facile da effettuare, che sfrutta il principio della microscopia di superficie a vari ingrandimenti. Tale indagine consente di studiare a forte ingrandimento la superficie cutanea del cuoio capelluto per meglio individuare le lesioni presenti, fornendo una maggiore accuratezza rispetto all’utilizzo di una semplice lente di ingrandimento o dell’occhio umano. Il complesso di lenti montato su una telecamera e collegati ad un pc utilizzano un software di analisi d’immagine dedicato che consente la registrazione, l’archiviazione e la processazione dell’immagini potendo fornire informazioni circa la densità, lo spessore, il rapporto anagen-telogen e la presenza o meno di lesioni specifiche o aspecifiche del cuoio capelluto. Questi dati possono essere archiviati e successivamente confrontati permettendo di monitorare nel tempo l’evoluzione delle condizioni patologiche e l’andamento della terapia.
Tale metodica fa uso di un microscopio a luce incidente associato a un sistema ottico monoculare con annessa microtelecamera a colori, che si posiziona direttamente a contatto con il cuoio capelluto. Sono possibili ingrandimenti, a secondo dello strumento utilizzato, 20X, 30X, 50X, 70X, 100X, 200X; le immagini acquisite vengono proiettate su un monitor ad alta definizione (HD). La rifrazione della luce è appositamente corretta da un polarizzatore che ne impedisce distorsioni e riflessioni verso l’ottica della telecamera. Grazie all’evoluzione tecnologica ed informatica si è ottenuto in campo tricologico uno strumento che sfiora quasi la sensibilità del gold standard diagnostico. Nonostante la tricoscopia abbia rivoluzionato la diagnosi delle lesioni del cuoio capelluto, presenta tuttavia i limiti legati ad una metodica non invasiva che non consente di superare lo strato più superficiale della cute necessitando pertanto dell’ausilio di metodiche come la microscopia confocale e la biopsia cutanea che vengono guidate tricoscopicamente per la selezione della regione da indagare. Attualmente l’utilizzo della tricoscopia ha messo in grado i ricercatori di creare dei veri e propri algoritmi diagnostici che consentono, in alcuni casi, di effettuare una diagnosi corretta, senza ricorrere ad altre metodiche.
Come effettuare una corretta tricoscopia
E’ opportuno individuare con una serie di fotografie panoramiche a livello del vertice dell’area anteriore e dei golfi le regioni del cuoio capelluto da indagare tricoscopicamente.
Il primo passo da compiere è quindi l’acquisizione di immagini panoramiche dell’aria
Secondo step: vengono raccolte immagini microscopiche con ingrandimenti a 20 e a 70X, tali immagini possono essere acquisite a secco o interponendo un fluido tra l’obiettivo e la superficie da studiare. Risulta di fondamentale importanza indentificare l’area dove viene catturata l’immagine, attraverso l’utilizzo di punti di repere o marcando la foto globale/ panoramica precedentemente acquisita, questo ci consentirà di utilizzare i dati ottenuti dall’immagine per il follow-up, infatti solo l’immagine ripresa nella stessa area risulta realmente sovrapponibile.
Step tre analisi dell’immagine a 20X: ci consente di valutare la densità sia per unità di superficie ( 1 cm2) sia confrontata con la scala tricoscopica di densità, l’uniformità del calibro del capello, la presenza e la normalità delle unità follicolari, in particolar modo se sono ben rappresentate in accordo con la regione del cuoio capelluto presa in considerazione. E’ noto, infatti, che le unità follicolari cioè i capelli che fuoriescono dallo stesso ostio sono in numero variabile da 1 a 5 in base alla sede, in particolare sono meno rappresentate 1-2 capelli nella regione anteriore, mentre aumentano progressivamente fino a 4-5 capelli nella regione occipitale. L’impoverimento di tale unità follicolari può rappresentare un importante segno, insieme ad altri, per la diagnosi di alcune forme di alopecie. Inoltre un’attenta analisi dell’immagine a 20X può consentirci di evidenziare alcune caratteristiche tricoscopiche quali alterazioni del fusto del capello presenza di capelli miniaturizzati, capelli spezzati, follicoli vuoti e molte altre lesioni elementari.
Step 4 analisi dell’immagine a 70X: evidenzia meglio gli aspetti morfologici delle lesioni elementari della superfice del cuoio capelluto in particolari quelli a livello dello sbocco follicolare come la presenza di peli cadaverizzati, i follicoli vuoti e gli sbocchi delle ghiandole sudoripare. Inoltre è possibile identificare la morfologia dei vasi e quindi il relativo pattern, che spesso si accompagnano ai vari gradi di eritema a allo stesso modo è possibile individuare e localizzare anche la presenza di desquamazione. A livello del fusto del capello ci consente di misurarne lo spessore e di evidenziarne le anomalie.
Aspetto tricoscopico del CUOIO CAPULLUTO NORMALE
La normalità della densità dei capelli del cuoio capelluto è molto variabile da soggetto a soggetto ed è dovuto al numero di follicoli piliferi presenti per centimetro quadrato, tale numero varia in base alla sede ed è in generale stimato intorno ai 200-400 follicoli per cm quadrato. La distribuzione dei follicoli piliferi varia per numero e qualità in base all’aerea del cuoio capelluto presa in esame, infatti nelle aree di attaccatura ( frontale, temporale e occipitale) si presentano isolati di calibro inferiore così da conferire gradevolezza cosmetologica nelle zone di confine tra cute glabra e cuoio capelluto. Le assisi follicolari dietro la linea di attaccatura anteriore presentano fusti del capello con calibro maggiore, normalmente pigmentati e follicoli singoli o raggruppate in unità follicolari. L’esame tricoscopico lungo la linea mediana del cuoio capelluto nella linea di attaccatura anteriore presenta unità follicolari singole centrate da un capello più sottile e meno pigmentato; procedendo in direzione antero-posteriore è possibile apprezzare un aumento della densità follicolare accompagnato da un aumento delle unità follicolari che da singole possono diventare multiple fino ad essere composte da 4-5 capelli nella zona occipitale.
-Aspetto 20X del cuoio capelluto normale
– Aspetto 70X del cuoio capelluto normale
-Aspetto del fusto del capello
Cosa può fare il Centro?
Presso il nostro Centro la visita tricologica comprende sempre l’esecuzione della tricoscopia con fotofinder medica 1000 per valutare come la situazione del paziente in esame si discosta da tale normalità, pertanto tale metodica indirizza l’iter diagnostico-terapeutico ed i successivi follow-up. Inoltre attraverso la guida tricoscopica si effettuaranno con alta specificità le tecnche diagnostiche più invasive. In particolare la scelta dell’area da sottoporre ad eventuale tricogramma o biopsia al fine di ottenere dalle stesse il maggior numero di informazioni.
La selezione dell’area su cui effettuare il prelievo biopstico tricoscopicamene guidata, rappresenta ad oggi un gold standard diagnostico in tricologia.
Presso il nostro Centro tale metodica viene effettuata con fotofinder medicam 1000 con ingrandimenti fino a 140X ottica ad immersione ed a luce polarizzata.
Effettuiamo inoltre tricoscale: l’analisi computerizzata dei capelli con FotoFinder Trichoscale è un metodo moderno per valutare la caduta dei capelli. A tale scopo vengono misurati con precisione la densità dei capelli, il tasso di capelli cresciuti (capelli anagen), il tasso di capelli non cresciuti (capelli telogen) e la densità dei capelli vellus e terminali. Nel software, il confine tra capelli vellus e capelli terminali è stabilito a 40 μm di spessore.
Tramite memorizzazione dei risultati dell’analisi, la caduta diffusa dei capelli può essere documentata e quantificata in modo digitale.