Tricogramma

tricogramma-Tricologia

Il tricogramma, ancora oggi, si conferma la metodica a più basso costo ed in grado di fornire molteplici informazioni sullo stato del bulbo e del fusto.

Tale tecnica venne descritta per la prima volta da Van Scott nel 1957 e successivamente perfezionata da Braun Falco. Viene annoverata tra le tecniche diagnostiche semi-invasive. Risulta di facile e rapida esecuzione, ben tollerata dal paziente ed a basso costo, tanto da renderla una metodica di routine che può essere eseguita ambulatorialmente. Consente di valutare diversi parametri come: il numero delle radici, la fase in cui si trovano, le anomalie morfologiche del fusto ed il suo calibro. Fornisce quindi indicazioni utili circa i disordini che condizionano la caduta dei capelli e l’eventuale efficacia o meno di una terapia.

Per la corretta esecuzione di questa metodica è necessario uno strumentario specifico.

La tecnica di prelievo del campione di capelli deve essere eseguita secondo modalità ben codificate per poterla rendere quanto più uniforme agli standard internazionali e rendere quindi validi i tricogrammi di controllo.

I capelli non devono essere sottoposti a trattamenti cosmetologici (shampoo, acconciature, tagli, tinture e permanenti) da almeno 5 giorni prima dell’esame. Importante è Individuazione delle zone del prelievo: occipitale, 1 cm al di sotto o a destra o a sinistra della protuberanza occipitale; parietale (zona di controllo), 2 cm al di sopra del padiglione auricolare poiché questa regione è raramente colpita da processi alopecizzanti; frontale, 2 cm lateralmente dalla linea mediana.

Nel caso di alopecia circoscritta, come nell’alopecia areata in chiazze, le regioni su cui effettuare il prelievo sono due: bordo chiazza e zona contro laterale di controllo.

La preparazione della ciocca di capelli da selezionare per il prelievo viene eseguita con l’ausilio del pettine a coda e deve contenere almeno 50 capelli.

La ciocca di capelli viene quindi clampata a circa 1 cm dalla emergenza del fusto dal cuoio capelluto con la pinza Klemmer ad estremità gommate,  tale accorgimento evita di traumatizzare i capelli. Si esegue quindi il prelievo esercitando una trazione rapida e decisa lungo il vettore di emergenza del fusto del capello dal follicolo.

I capelli prelevati vengono disposti uno accanto all’altro, su un vetrino porta-oggetti (sul quale vengono poi versate alcune gocce di Eukitt (che servono ad evitare le aberrazioni ottiche legate alla morfologia cilindrica del capello e a conservarlo nel tempo per eventuali confronti) quindi si oppone il vetrino copri-oggetto preventivamente immerso in xilolo.

Una volta individuate al microscopio le singole fasi in cui si trovano i capelli del campione da noi prelevato, basterà calcolare la percentuale delle radici nelle varie fasi tramite una semplice equazione.

Cosa può fare il Centro?

Presso il nostro Centro dopo la valutazione tricoscopica loddove fosse necessario viene effettuato un tricogramma per confermare i sospetti diagnosti. E’ opportuno precisare che  per poter fornire elementi utili alla diagnosi, al pari delle altre metodiche per il Centro del capello, il tricogramma necessita di essere accompagnato da un’anamnesi particolareggiata, da un accurato esame clinico e da opportuni esami di laboratorio. Infine è necessario ricordare che il tricogramma, sulla base di quanto finora detto, ha bisogno di un’interpretazione adeguata per una corretta refertazione, pertanto per essere utile ai fini della diagnosi deve essere eseguito solo da personale esperto.

La garanzia di un’esperienza in questa tecnica è necessaria per evitare sia che un’ errata tecnica di prelievo ( manovra di trazione eccessivamente lenta o mancato rispetto della direzione del vettore di emergenza del fusto del capello dal follicolo durante la trazione), provochi alterazione delle radici estratte, sia che una non corretta valutazione delle radici al microscopio porti ad una diagnosi sbagliata.